Cucina macrobiotica: come funziona e i suoi vantaggi

Si sente parlare molto spesso di dieta macrobiotica o cucina macrobiotica: chi non la conosce la ritiene semplicemente uno dei molti trend di cucina vegetariana o vegana che hanno preso piede in anni recenti, e che si sono diffusi assieme ad altre mode di origine orientale; in realtà, si tratta di qualcosa di molto più profondo.

 

La cucina macrobiotica discende da un certo tipo di approccio al cibo, figlio di una serie di precetti derivati da una filosofia di vita cinese e giapponese. Essa si pone come obiettivo l’equilibrio e il benessere della persona, così da mantenere mente e corpo in salute. Vediamo dunque più nel dettaglio, in questa breve guida, cos’è la dieta macrobiotica, come funziona, quali sono i suoi precetti culinari e quali benefici può avere.

Che cos’è la cucina macrobiotica?

La cucina macrobiotica è una tipologia di cucina che applica all’alimentazione alcuni principi filosofici orientali. Come tale, è spesso intesa come sottocategoria dell’alimentazione macrobiotica, se non dello stile di vita macrobiotico.

L’origine del termine “macrobiotico” va rintracciata nel greco antico: si tratta infatti di un neologismo costruito sui due termini “makros”, ossia “grande”, e “bios”, cioè “vita”, e vorrebbe avere dunque il significato di “vita piena” o “lunga vita”.

Nonostante il termine sia costruito usando il greco, e sia stato coniato in Europa già nel ‘700, colui che gli attribuì il suo significato moderno è un giapponese, Yukikazu Sakurazawa, meglio conosciuto con uno dei suoi pseudonimi occidentali, Georges Ohsawa. Scrittore autodidatta e divulgatore, Ohsawa passò la sua vita, nella prima metà del ‘900, a diffondere in occidente antiche teorie orientali, tra cui appunto la macrobiotica, di cui è considerato l’inventore.

In realtà, più che l’inventore, si può dire che fu colui che la mise a punto e la precisò al meglio in modo da adattarla e spiegarla anche al mondo occidentale. La macrobiotica si basa su una teoria filosofica e spirituale, secondo cui esiste una opposizione di due forze cosmiche, lo yin e lo yang, che rappresentano i due principi di tutte le cose: nero e bianco, notte e giorno, freddo e caldo, femminile e maschile, e così via.

L’intuizione di Ohsawa fu quella di applicare all’alimentazione il principio dello yin e dello yang: per ottenere una vita sana e priva di malattie (o una “lunga vita”, appunto) sarebbe indispensabile perseguire un equilibrio nella propria dieta. Questo equilibrio si ottiene alternando i cibi yin (quelli dal sapore dolce o piccante, generalmente acidi) e i cibi yang (quelli, al contrario, salati o amari e meno acidi).

In più, oltre al bilanciamento tra alcalinità e acidità, occorre anche alimentarsi in modo il più possibile naturale, rifiutando determinati tipi di cibo, ma anche alcuni condimenti, metodi di preparazione o sistemi di conservazione.

Dunque, come si vede, la macrobiotica è molto di più di una semplice dieta, come talvolta è considerata: alla base ha un’applicazione concreta di un modo di pensare e di approcciarsi alla vita e al mondo. Per questo non si tratta di una cucina con delle regole fisse, ma piuttosto di un insieme di prescrizioni e norme generali, utili per sfruttare il cibo come mezzo per raggiungere il benessere

Cucina macrobiotica: alimenti e caratteristiche

La cucina macrobiotica non prescrive ricette precise o una routine alimentare da seguire in maniera ossessiva, ma fornisce indicazioni sugli alimenti da preferire e con i quali comporre una dieta che, in teoria, dovrebbe mantenere l’equilibrio tra yin e yang.

In particolare, circa la metà del cibo assunto dovrebbe essere costituita da cereali integrali, ritenuti il fondamento di questo tipo di alimentazione. La scelta è libera: di solito si preferiscono riso, miglio, avena, orzo, segale, mais e grano saraceno. L’importante è che siano integri, non sotto forma di pasta o simili.

Per il resto, per buona parte della quota restante andrebbero consumati verdure di stagione e ortaggi, come il sedano, la carota e le verdure a foglia verde, e in piccole quantità legumi, come i ceci, e frutta, come le mele, o alimenti vegetali come il tofu.

Quanto ai prodotti di origine animale, c’è una certa elasticità, pur in un contesto in cui dovrebbero essere ridotti al minimo: si può mangiare il pesce alcune volte a settimana, più di rado l’uovo, e solo eccezionalmente alcuni tipi di carne fresca, per esempio carni bianche di pollo, tacchino o simili.

Ci sono, dunque, diversi alimenti che sarebbe meglio ridurre, quantomeno, se non eliminare. Sarebbe bene innanzitutto evitare i grassi di origine animale, la carne rossa, il latte e i prodotti caseari, alcuni tipi di verdure (patate, pomodori, melanzane) e i condimenti dal sapore forte o speziato, ma anche lo zucchero, il caffè e tutti i cibi raffinati. Quest’ultimo punto è fondamentale: la cucina macrobiotica punta molto sui prodotti di origine naturale, privi dunque di conservanti, additivi, coloranti e così via.

Attenzione anche, oltre che alla modalità di preparazione, anche al modo di mangiare: per favorire la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, la teoria di Ohsawa consiglia di concentrarsi molto sulla masticazione, che deve essere calma e prolungata, e sulla deglutizione. I pasti dovrebbero essere consumati con tranquillità e senza distrazioni.

Infine, non bisogna dimenticare che acqua e liquidi sono una parte importante della dieta macrobiotica, e sono oggetto di prescrizioni particolari. Di solito il loro consumo va di pari passo con quello del cibo, poiché sono consigliate le zuppe e le minestre; altrimenti, si dovrebbe assumere liquidi solo dopo i pasti, preferibilmente acqua tiepida o bevande calde come il tè, da sorseggiare lentamente.

I condimenti e i metodi di cottura nella cucina macrobiotica

Quella macrobiotica, dunque, a giudicare dagli ingredienti che utilizza maggiormente, potrebbe sembrare una cucina assai insapore, adatta soltanto agli amanti dei gusti molto leggeri. In verità, non è così: purché rispettino certi criteri, anche numerosi condimenti e spezie sono parte della dieta macrobiotica, e andrebbero impiegati nel rispetto del già citato equilibrio tra alimenti yin e yang.

È importante, tuttavia, che anche questi siano del tutto naturali e privi di additivi chimici, conservanti, coloranti e così via; dovrebbero provenire da coltivazioni biologiche, e non dovrebbero subire processi di trasformazione o modifica.

Nello specifico, la dieta macrobiotica consiglia l’impiego di olio di sesamo, come eventuale sostituto più salutare dell’olio di oliva; ci sono poi molte salse sapide che possono affiancare il sale marino (o sostituirlo, nel caso), come la salsa gomasio, molto utilizzata in Giappone, a base di sesamo e alghe, oppure alcune varietà di salsa di soia, come la tamari o il miso, o ancora la salsa tahina, derivata dai semi di sesamo e utilizzabile anche nelle preparazioni dolci.

In ogni caso, anche con l’utilizzo di salse, la cucina macrobiotica rimane estremamente sana e salutista, dal momento che consiglia di utilizzare come metodi di cottura prevalentemente (o esclusivamente) la bollitura o la cottura a vapore. In entrambi i modi sarà possibile non alterare il sapore e le proprietà originarie del cibo.

Allo stesso scopo mirano alcuni consigli e prescrizioni legate alla conservazione e alla preparazione dei piatti. Per esempio, i cibi macrobiotici andrebbero consumati senza essere prima sottoposti a surgelamento o congelamento. Inoltre, si dovrebbero evitare pentole o utensili composti con materiali che potrebbero rilasciare sostanze poco salutari (su tutti, il teflon), per preferire quelli più classici e sicuri, come la terracotta, la ceramica o l’acciaio.

Cucina macrobiotica e vantaggi per la salute

Al di là delle personali convinzioni sui cibi yin e yang e sull’equilibrio tra acido e basico, è possibile affermare che, con alcune accortezze e qualche correzione, la dieta macrobiotica presenta diversi vantaggi per la salute, e fornisce alcuni consigli in linea con quelli di molte diete occidentali più conosciute e affermate.

Per esempio, con la cucina macrobiotica si assumono molti liquidi tramite il cibo, grazie al fatto che i cereali e i cibi integrali sono spesso assunti in brodo o zuppa. Questo facilita l’assorbimento dei liquidi e aiuta a consumare la quantità d’acqua necessaria per il benessere quotidiano.

Inoltre, si può dire che la dieta macrobiotica può soddisfare il corretto fabbisogno energetico e nutritivo sia sul piano dei macronutrienti che su quello dei micronutrienti. Vitamine e minerali, infatti, sono generalmente presenti in buona varietà e quantità negli alimenti consigliati; i carboidrati dovrebbero essere sufficienti, considerata l’alto quantitativo di cereali previsto per il consumo, e lo stesso vale per la fibra.

Un buon suggerimento per chi intende intraprendere questa dieta, per quanto non sia perfettamente in linea con le prescrizioni del suo ideatore, è quello di aumentare leggermente l’apporto di grassi e di proteine animali. Non occorre per forza “sgarrare” e concedersi, per esempio, della carne rossa: incrementare un po’ la frequenza del consumo di pesce, uova e carni bianche potrebbe, però, essere una buona idea.

L’importante, insomma, per chi vuole seguire questa dieta, è seguirne i principi con moderazione e dietro consiglio di un esperto. In questo modo, sarà possibile adeguarla il più possibile – pur senza snaturarla – alle proprie esigenze personali, così da seguire un’alimentazione sana e guadagnarci in salute e benessere.